commento su un fatto di cronaca nera

Mi incuriosiscono quegli episodi di cronaca nera nei quali ci ravviso l'effetto di passioni e mentalità tipiche dell'epoca in cui viviamo. Credo infatti che la modalità con cui si vivono le passioni e lo stesso oggetto che le scatena siano legate alle nostre condizioni di vita.  Un ragazzo di 35 anni, laureato, con una posizione lavorativa solida è stato ammazzato dalle persone, madre e figlio, alle quali aveva prestato 38000 euro. 
Per ogni dettaglio segnalo http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/12/15/news/la_rosa_calciatore_trovato_morto_due_arresti-184181981/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P6-S1.8-T1
Gli assassini, probabilmente, avevano capito che non sarebbero mai stati in grado di restituire il prestito e hanno architettato e realizzato l'omicidio del creditore. Avrebbero poi voluto disfarsi del cadavere sciogliendolo nell'acido. Senza esperienza alcuna né di quali acidi fossero da utilizzare, né del quantitativo necessario e neanche della modalità di reperimento  i due balordi hanno fatto quel che faccio io quando voglio provare una nuova ricetta di cucina: una serie di ricerche in internet. Tramite internet probabilmente hanno acquistato il materiale desiderato e Amazon deve esser sembrata loro una gran cosa. Certe ricerche però sono, in qualche modo, monitorate e - così immagino - non deve essere stato troppo complicato per le forze dell'ordine risalire e identificare gli autori di queste ricerche. Devono aver tenuto sotto controllo spostamenti e acquisti e poi sono andati a colpo sicuro: hanno fermato la macchina in cui uno degli assassini stava trasportando il cadavere e venne fuori tutta la storia del prestito. 
Credo che un simile assassinio sia veramente specchio della nostra epoca. 
Non sappiamo cosa abbia spinto la vittima a prestare questa somma di denaro a simili individui. 
Ho prestato soldi per amicizia a un mio amico che me li ha restituiti in tempi brevissimi e, per amicizia, non ho voluto né interessi né cambiali, ma questo non è un amico conoscente qualsiasi: è il mio amico storico di una vita e comunque non avevo prestato una simile somma. Si trattava di 10000 euro. Ad altri non presto proprio nulla e, soprattutto, mai mi verrebbe in mente di prestare i miei soldi a persone di onestà non proprio specchiatissima.  
Posso però immaginare che ci sia chi presti soldi a interesse, personalmente non farei mai nulla del genere, ma posso immaginare che ci sia chi lo faccia. Chi fa simili cose si chiama strozzino e uno strozzino non è esattamente una persona dabbene. Per tutelare i suoi interessi e traffici uno strozzino deve avere frequentazioni nel mondo della delinquenza, deve essere lui stesso un delinquente di peso perché non è facile sapersi barcamenare e interfacciare con personaggi senza scrupoli e dal coltello facile. Sinceramente la vittima mi sembra più simile a me che a un cravattaro, come a Roma si chiamano gli strozzini. Aveva, la vittima, un lavoro, anche ben retribuito, si occupava di calcio a livello amatoriale e tutto questo mal si accorda con il mestiere di usuraio. Se fosse stato un vero usuraio non si sarebbe fatto ammazzare come un pollo da due imbecilli. Credo che sia morto perché aveva prestato soldi a chi reputava amico e mai avrebbe immaginato di essere ammazzato da chi credeva amico. Una delle cause di questa morte è allora da ravvisare in una commistione sociale che, forse, in altre epoche non ci sarebbe stata.   
Mi pare che anche solo 40 anni fa si frequentassero solo persone simili a se stessi. Forse non si avevano neanche troppe occasioni di conoscere persone che non facessero parte del proprio ambiente. Con una forma di ipocrisia, di spocchia e di snobismo si frequentavano solo persone di pari livello: si veniva rifiutati da chi era di livello superiore e si rifiutava chi era di livello inferiore.  Ognuno sapeva chi poteva o non poteva frequentare. C'erano persone che non si dovevano frequentare perché non stava bene frequentarle, salvo, magari, frequentarle di nascosto e stando bene attenti che nulla all'esterno trapelasse. In una società così stratificata mai sarebbe venuto in mente a un professionista laureato di annoverare tra i suoi più cari amici, tanto da prestare loro una somma ingente, simili delinquenti balordi. Certi delitti efferati e gratuiti c'erano sicuramente anche 40 anni fa. Anche 40 anni fa si poteva essere ammazzati per una questione di debiti, ma simili delitti erano un'esclusiva di quel sottobosco fatto di mezzi delinquenti, prostitute, ladri, spacciatori ed emarginati di vario tipo.  Quando venivano mostrati in televisione i balordi assassini di 40 anni fa sembravano usciti da un film di Pasolini e quello che fino ad allora era sembrato finzione cinematografica si rivelava come reale.  Era in occasione di simili delitti che 40 anni fa la Roma dei normali romani prendeva improvvisamente coscienza che, accanto alla Roma che erano abituati a vedere e vivere, ce ne era anche un'altra: quella delle borgate dove le regole del vivere sociale non valevano e imperava ogni forma di turpitudine, di violenza e sopruso. Roma era anche una città strana: dei delitti di borgata ci si scordava subito e tutto tornava come prima. Tutto tornava come prima anche quando a compiere delitti efferati erano giovani ricchi, pariolini, di ottima famiglia, come successe per il delitto del Circeo, solo che per tornare come prima ci si metteva un po' più di tempo. I fascisti erano violenti e non bisognava frequentarli. Non stava bene, infatti, frequentare gente troppo estremista. Non stava bene e rischiava di essere pure pericoloso. Troppi soldi e troppo violenti e troppo debosciati. No, non stava affatto bene frequentare gente così poco normale. La gente normale viveva di stipendi normali, non era povera, viveva dignitosamente e non era neanche ricca. Forse 40 anni fa la gente normale non invidiava neanche la ricchezza dei ricchi. Sia i ricchi dei quartieri ricchi che i poveri dei quartieri poveri non venivano frequentati e, per la gente normale, praticamente non esistevano né gli uni né gli altri. 
Quello che più mi ha stupito di questo episodio di cronaca non è tanto il fatto che due emarginati balordi abbiano ammazzato per una questione di debiti perché questo è sempre successo. Quel che più mi ha stupito è proprio la vittima. Mi ha stupito che un laureato, professionista, con una posizione economica tranquilla, con una vita tranquilla, regolare e normale frequentasse abitualmente questi due sfigati di periferia e, soprattutto, avesse loro prestato una somma così ingente. Capisco che non sempre si può dire di no, ma io me la sarei cavata con un "prestito" di 500 euro al massimo e poi avrei messo in conto che non li avrei più rivisti. Se mi avessero chiesto altri soldi avrei risposto di essere ancora in credito e non avrei più scucito il becco di un quattrino. 
Gli assassini erano due balordi senza né arte né parte e, come tali, si sono comportati. Il vero mistero per me rimane la vittima. Sarà pure una domanda di 40 anni fa, ma possibile mai che la vittima non conoscesse nessuno di più degno con cui intrattenere rapporti di amicizia? 

Commenti

  1. Se non sbaglio il punto di contatto tra vittima e assassini era la fidanzata del bravo ragazzo. Amica del balordo.

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  2. può essere che tu abbia ragione. Potrebbe darsi che il contatto fosse la fidanzata. Anche se così fosse questo non cambierebbe affatto nulla nelle mie considerazioni. Un trentacinquenne, laureato, con buona posizione lavorativa, onesto e di famiglia per bene 40 anni fa probabilmente sarebbe già stato sposato con una persona appartenente al suo stesso ambiente sociale ed è improbabile che la moglie avrebbe frequentato balordi che vivevano di espedienti. Se anche la moglie fosse stata di origini più modeste delle sue - e talvolta succedeva - con un certo savoir faire avrebbero declinato inviti, rallentato i rapporti fino a non frequentare più persone simili. Forse avrebbero continuato a frequentare persone umili e poco istruite, ma oneste, di sani principi e credo proprio che i due di Quarto Oggiaro non sarebbero rientrati nelle frequentazioni di un impiegato di gruppo A, come una volta venivano indicati i dipendenti laureati destinati all'alto funzionariato o alla carriera direttiva.

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  3. Questo si', puo' essere. Io 40 anni fa ero appena nata, ma da quel che so, almeno nel nostro giro, la reputazione era sacra e (nel bene e nel male) preservarla era una priorita'. Ci si mescolava meno. Forse la reputazione adesso conta meno? O forse e' diventato diffamatorio essere considerati snob?

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    1. la reputazione conta in effetti meno. una certa disonestà è addirittura ben vista, cosa che una volta sarebbe stato inammissibile. E poi c'è più commistione e questo, per certi versi è anche un bene. Purtroppo però si dovrebbe essere più selettivi e scartare dalle proprie frequentazioni gente disonesta e di basso livello morale. Un professionista oggi non è più in grado di scegliersi gli amici e va a prestare ingenti somme a chi dovrebbe eliminare dalla sua cerchia. e non capisco come una persona di un certo livello culturale e con buona posizione possa essere incappata in un simile errore.

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  4. Non mi piace quello che hai scritto. Rispecchia una persona che fa troppe divisioni di classi sociali. Inoltre metti troppo in evidenza il tuo Io facendo paragoni fuori luogo. Tu non puoi sapere quel che la vittima aveva nella testa, non puoi sapere niente. Anche fra persone dell'alta società ci sono sempre stati omicidi efferati, omicidi volgari e non è certo una laurea che distingue il balordo dal non balordo e lo squallore che ne consegue. Hai una considerazione assurda verso i laureati con ottimo lavoro, ignorando che ognuno porta con se un bagaglio di dolore ed è con esso che si fanno i conti nella propria vita se non si diventa consapevoli. Nessuno è al sicuro in questo mondo, tutti siamo a rischio crollo se arriva l'occasione. Il fatto che a te non arrivi non dipende dalla tua laurea e dalle distinzioni sociali che fai, ma dall'abitudine di una vita pre-confezionata, dall'attaccamento ad essa, e lo stupore dell'altro ti arriva da una certa rabbia che covi dentro, mettendoti in primo piano e giudicando chi non hai mai conosciuto. Stupirsi "DELL'ALTRO" è da stupidi.

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  5. Dai su.... andiamo.... l'omicidio in questione è stato efferato e balordo. è stato un omicidio brutale e stupido. Certamente omicidi capitano e capitavano anche prima sia tra i ricchissimi aristocratici che tra i balordi che vivono di espedienti. Prima però gli omicidi che capitavano a balordi semianalfabeti emarginati erano di tipo diverso e per motivazioni diverse da quelli che succedevano in altri ambienti. Non è colpa mia se 40 anni fa c'era una divisione tra classi sociali piuttosto rigida e ora no. Ti ho descritto come funzionava più o meno la vita 40 anni fa e 40 anni fa un simile delitto sarebbe stato impensabile perché sarebbe stato impensabile che un laureato frequentasse dei balordi senza né arte né parte. Era anche la laurea o in generale il titolo di studio a costituire una specie di spartiacque. 40 anni fa un laureato aveva anche di solito un lavoro ben retribuito. Adesso non è detto. è possibilissimo che un semplice diplomato guadagni più di un laureato con tanto di magistrale e phd. Se ci fossero state le divisioni in classi sociali di una volta questo delitto non ci sarebbe stato. e in effetti se da un delitto si può imparare qualcosa questo delitto dovrebbe insegnare a non mescolarsi mai con gente inferiore per cultura, gusti, valori morali.
    Hai ragione quando dici che ognuno si porta ditero il suo carico di dolore, non capisco cosa c'entri il carico di dolore personale con la crudeltà e la spietatezza di due balordi che hanno ammazzato un giovane uomo dal quale, peraltro, aveva ricevuto favori e denaro in prestito. I due balordi sono individui spregevoli e non hanno attenuanti. non erano persone che una persona di un certo livello - perché in ogni caso il livello c'è e non volersene rendere conto sarebbe sbagliato -avrebbe mai dovuto frequentare.

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  6. Allora sarebbe stato meglio se avesse frequentato quel dermatologo dei vip che ha ucciso la moglie con 40 sprangate? Oppure se avesse frequentato quello psicologo di Massa Carrara che ha ucciso il fratello schiacciandolo letteralmente con l'auto? Tu vedi lo squallore in quei due balordi perchè c'è di mezzo anche la mancanza di riconoscenza, ma se vogliamo, il dermatologo dei vip non mi sembra meno squallido in quanto (pare) abbia ucciso la moglie per orgoglio, e non solo, ma perchè doveva difendere il buon nome della famiglia e non poteva permettere che sua moglie gli facesse fare la figuraccia di essere lasciato per un altro . Io non lo giudico, lo sa lui cosa aveva nella testa, ma io non vedo la differenza tra lui e quei due, come non vedo la differenza con lo psicologo che ammazza il fratello. Il carico di dolore l'avevo tirato in ballo perchè molte volte ci sono persone con l'attrazione verso il marcio e inconsapevolmente lo sanno che si stanno infilando in un guaio, ma continuano perchè.....sarebbe troppo lunga spiegartelo, se sei interessata cerca su internet e ti arriveranno le risposte. Tutto scientifico.
    Però le lauree e le classi sociali non c'entrano niente, perchè gli omicidi premeditati tra plebei non hanno niente da invidiare agli omicidi dei patrizi.


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  7. bah... ogni omicidio è un brutto omicidio e credo che, sottoposto a una pressione sufficientemente forte, ognuno può diventare un assassino. omicidi passionali sono esistiti, esistono ed esisteranno sempre, come pure esistono ed esisteranno sempre omicidi per interesse economico o per situazioni familiari intricate e malate o per volontà di potere. Riccardo III ha fatto fuori tutta la sua famiglia per diventare re ed è arrivato ad ammazzare i suoi piccoli nipoti. Non parliamo di quel che succedeva in Italia. Gli intrighi erano normali. Ludovico il Moro non è stato certo migliore di Riccardo III. e infatti gli omicidi per sete di potere sono tipici di certi periodi storici: sono frequentissimi in certi contesti e totalmente assenti in altri. Questo specifico episodio di cronaca nasce però da un contesto che fino a 40 anni fa sarebbe stato impensabile. 40 anni fa un laureato, con un buon lavoro non avrebbe mai frequentato dei balordi di periferia di dubbia reputazione. Men che meno avrebbe avuto rapporti di affari o avrebbe prestato loro una somma piuttosto ingente. Avrebbe declinato inviti, avrebbe diradato i rapporti e avrebbe evitato di stringere legami con essi. Forse sarebbe stato ammazzato lo stesso. Chissà. Magari sarebbe stato ammazzato da un cugino durante un litigio per questioni di eredità o per altri motivi. Non sarebbe, però, stato ammazzato in maniera premeditata da due balordi. Ogni omicidio è un brutto omicidio, però ci sono omicidi più brutti di altri. quelli volontari e premeditati sono particolarmente brutti e infatti sono puniti in maniera più severa rispetto a quelli che premeditati non sono. un conto è essere ammazzati durante uno scoppio di ira, in un momento di rabbia incontrollabile oppure sotto l'effetto di droghe e farmaci e un altro è essere ammazzati in maniera pianificata. Se poi a premeditare l'omicidio sono due persone che avevano un debito di riconoscenza nei confronti della vittima e tutto l'avvenimento nasce da una situazione di complessivo degrado culturale, materiale e morale l'omicidio diventa ancora più sgradevole e brutto.
    in internet non saprei dove cercare quel che tu prospetti. potresti indicare un sito? sai in internet c'è tutto e il contrario di tutto, chiunque può sostenere qualsiasi tesi, ma non tutti sono degni di fede. è comunque possibile che esistano persone attratte dall'abiezione ed è possibile che la vittima fosse affetta da questa forma di squilibrio mentale. i giornali però non fanno alcun riferimento a una simile possibilità.

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  8. Comunque 38000 euro non sono un prestito. 38000 euro ad un estraneo sono un regalo. E bon che io di questa gente non so nulla, ma nella mia fantasia (perche' ora sto proprio fantasticando, chissa' cosa e' successo veramente la'), un regalo di 38000 euro lo farei, forse, ma molto forse, a mio fratello. Gia', per dire, ad un fidanzato non ci penserei proprio. Anzi se un fidanzato mi avesse chiesto 38000 euro, fosse stato pure per aprirsi lo studio da dentista, l'avrei cordialmente salutato. Senza badare a laurea classe sociale famiglia reputazione e quel che vuoi. Per me, privarsi di 38000 euro, non e' roba da buoni ne' da sciocchi. E l'assassino in questo caso, benche' venga definito balordo, leggo su piu' articoli, era marito, padre di famiglia e tecnico informatico. Non so se cosi' su due piedi lo avremmo riconosciuto balordo prima di questa tragedia.

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  9. 30000 euro un regalo? ma come ti chiami? rockfeller? non capisco perché dici che trentamila euro siano un regalo e non un prestito. posso regalare 200 euro, non duemila e figuriamoci 20000 o 30000. Devo lavorare quasi 2 anni per guadagnare 30000 euro. Due anni di lavoro e di vita non possono essere un regalo. posso pensare di prestarli solo a qualcuno di mia fiducia e specchiata onestà che si trova in un momentaneo stato di bisogno. Il prestito però deve essere momentaneo. Non dico che me li deve restituire dopo un mese (quando ho prestato soldi ad un mio amico li ho riavuti indietro dopo neanche due settimane), ma dopo tre mesi i soldi dovrebbero essermi ridati. Poi, per carità, da un amico non voglio né interessi né cambiali, non voglio guadagnare sulla momentanea difficoltà di una persona amica, ma ad uno che amico non è potrei arrivare a "prestare" una somma relativamente bassa che, anche se non mi venisse restituita, potrei pensare di avere fatto un regalo e non un prestito.
    Avere preso un diploma in un istituto tecnico di informatica autorizza a essere chiamati tecnici informatici. Non mi pare che però lavorasse stabilmente come tecnico informatico. Pare che avesse svolto tanti lavoretti diversi a seconda di quel che trovava. Quanto all'aver messo su famiglia questo la dice lunga su quanto fosse idiota: Fare figli senza un minimo di stabilità economica è da incoscienti idioti.

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  10. Regalo e' qualcosa che non mi aspetto di riavere indietro. Se presto davvero 38000 euro, non sono rockfeller: sono rockfeller col cuore di madre teresa di calcutta. Oppure li sto investendo. Oppure mi stanno ricattando.

    Ma io sono io e non posso misurare dietro al mio braccio uno sconosciuto. Neanche l'assassino a dire il vero. Forse si presentava bene. Avra' avuto savoir-faire. Avra' convinto pur in qualche modo la vittima a prestargli quei soldi.

    E' vero che i tempi son cambiati, che ci si frequenta pur provenendo da contesti molto diversi (la vittima cosa facesse per vivere non lo ricordo), ma certi meccanismi non cambieranno mai. "Non si prestano i soldi e la penna" diceva mia nonna.

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  11. non è del tutto esatto quel che dici. Posso benissimo prestare trentamila euro ad un amico anche senza interessi o cambiali. Immagina questa situazione: una persona ha intenzione di comprare casa e gli servono 30000 euro subito perché ha trovato un'occasione unica e gli mancano giusto 30000 euro per arrivare alla somma. Supponiamo che avesse investito 40000 euro in un'obbligazione a scadenza che scade di lì a due o tre mesi. Essendo quasi alla scadenza non conviene richiederli indietro perché ci pagherebbe la commissione e altre spese che, se arrivasse a scadenza, non pagherebbe. un amico glieli presta e poi a scadenza dell'obbligazione verrebbe rimborsato. L'amico sarebbe solo amico e non sarebbe madre teresa di calcutta. è più o meno quel che mi è successo quando ho prestato soldi ad un mio amico. Infatti li ho riavuti indietro dopo neanche due settimane. Non erano 30000 euro, erano un po' meno, ma non molto meno.

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  12. Sei molto nobile. O forse l'amicizia con questa persona era davvero consolidata. Ognuno ha i suoi parametri per stabilire l'affidabilita' degli altri, ovviamente. Solo agli ingenui io credo poco.

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  13. sì... insomma ... non presto soldi a chiunque. l'amicizia direi che nel caso specifico fosse più che consolidata visto che durava da più di 35 anni. in ogni momento difficile ho contato e so di poter contare su di lui e viceversa. ci siamo consolati a vicenda. si è fatto in piena notte più di 30 km di autostrada per aiutare me e mio marito a montare un mobile ikea e lui, prima che mi sposassi, era solito telefonare o piombare a casa mia a qualsiasi ora del giorno e della notta se gli serviva un consiglio o una spalla sui cui piangere. certo è anche una questione di durata, ma non solo. mi sembra che adesso i trentenni non si comportano come io mi comportavo a trent'anni. pochi amici, pochissimi amici, ma più che fidati e, soprattutto, di onestà cristallina. la tipa assassina ha poco più della mia età. a vederla in foto sembra mia nonna, ma non è vero, siamo quasi coetanee. già solo a vederla in foto mi chiedo come avesse fatto a trovare qualcuno che le facesse credito. a guardarla in foto non sembra una così cattiva persona, forse qualche volta avrei potuto andare con lei - e altre persone alle quali cercare di sbolognarla- a un cinema, però io non le avrei prestato proprio niente, le avrei dato al massimo un centinaio euro, ma tanto per togliermela dai piedi.

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