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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

microstoria: ritrovare in facebook un pezzo della propria vita

Finché aveva lavorato non aveva voluto imparare nulla di computer e per tutte le pratiche amministrative e burocratiche, che sempre più necessarie ed invasive richiedevano l'uso di utenze informatiche, pin e password, si faceva aiutare dai figli oramai più che adulti o da qualche collega gentile e disponibile.  L'atteggiamento di aperta ostilità ed insofferenza verso il mondo dell'informazione telematica iniziò a cambiare quando andò in pensione. All'inizio, quando aveva bisogno di internet per qualche pratica o per altri motivi, andava a casa del figlio o di qualche sua collega, ma poco alla volta si accorse che non poteva chiedere sempre a qualcuno l'acquisto di un biglietto teatrale, la stampa del programma di visite del fai o il reperimento di notizie fresche ed aggiornate. Toccava con mano ogni giorno che il computer era sempre più necessario, adesso volevano l'indirizzo email pure per la tessera fedeltà del supermercato. Finalmente si decise ed accettò in

sfortunate donne di successo: appiano

segnalo l'articolo scritto dal compagno sul fatto quotidiano https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/in-memoria-di-mia-moglie-ale-una-sorgente-di-luce/ da quanto dice sembrerebbe che la depressione si sia abbattuta improvvisa 50 giorni prima del tragico gesto. Sentendosi incapace di affrontare questa malattia si è rivolta ad un centro specializzato. Ha quindi provato a curarsi, ma il male di vivere è stato più forte di lei. Forse il marito non ha raccontato tutto e, messa così, sembra la depressione più strana, anomala ed inspiegabile del mondo. Chissà quale è stata l'origine di un'angoscia così devastante. Dall'articolo emerge il ritratto di una persona un po' ossessionata dall'aspetto fisico. Non posseggo una bilancia, mi nutro di schifezze, fumo e non capisco perché ci si debba intossicare la vita con rinunce e privazioni. Non posso capire quindi la psicologia di una persona così diversa da me. Forse la percezione che, nonostante attenzioni, rinu

I difficili rapporti tra istituzioni scolastiche e famiglie

I difficili e sempre più difficili rapporti tra scuola. genitori e ragazzi sono già un problema sociale. Se ne occupano fior di psicologi e sociologi e non voglio aggiungermi alla già troppo nutrita schiera di quelli che hanno capito tutto e saprebbero come fare. Mi limito ad osservare che da insegnante passo moltissimo tempo a scuola e non so mai come fare. Sulla stampa di oggi c'è un articolo dedicato al caso di una professoressa picchiata da una madre. Adesso sono apparsi i quadri e il figlio risulta bocciato. è convinzione della madre e di chi scrive l'articolo che il figlio sia stato bocciato a causa del comportamento della madre. Personalmente dubito moltissimo della veridicità di questa convinzione. Credo che il ragazzo sia stato bocciato perché semplicemente non aveva acquisito le conoscenze sufficienti per affrontare l'anno successivo e sia stato ritenuto fosse meglio dargli la possibilità di consolidare le sue conoscenze e colmare le sue lacune. La bocciatura vien