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microstoria inventata di sana pianta a partire da un malfunzinamento in metro

Aveva 39 anni, indossava un paio di jeans e una felpa grigia. Aveva con sé anche una borsa di colore marrone. Indossava anche un paio di scarpe da ginnastica di colore verde. Verso le 22 di sabato scorso l'impiegato addetto al controllo della stazione di  cadorna ha visto la donna, che era entrata poco dirigendosi verso la verde direzione romolo, gettarsi sotto il treno in arrivo, tra lo sgomento dei passanti. ha pigiato il grosso tasto di allarme, collegato con la polizia e i vigili e la procedura di incidente si è avviata in automatico. le persone presenti in metropolitane sono state invitate gentilmente ad uscire da un messaccio vocale, i tornelli in ingresso sono stati chiusi, la corrente dei treni è stata disattivata e per i treni è partito il messaggio che causa incidente i passeggeri erano invitati a lasciare il treno e a raggiungere a piedi la stazione più vicina. Nel frattempo veniva attivato il servizio sostitutivo. Tutto si era svolto come al solito. Il solito disappunto

Lodi e la mensa scolastica

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/12/lodi-200-bambini-stranieri-esclusi-dalla-mensa-per-regolamento-del-sindaco-leghista-il-reportage-di-piazzapulita/4688643/ Sfido chiunque a non sentirsi profondamente rattristato e indignato. Ci si sente rattristati perché nessuno ha colpa di essere un bambino povero e la punizione di non andare a mensa con gli altri bambini provoca sconcerto. Ci si sente indignati perché si ravvisa una forma di sopruso. Molti genitori hanno prodotto la documentazione attestante la loro indigenza, ma in maniera pretestuosa un diritto viene negato ai loro figli. Ci si chiede che sentimenti provino questi bambini e con che sentimenti cresceranno. Ci si chiede come riuscire ad evitare che frustrazione e disagio diventino rabbia e violenza. Ci si chiede Lodi, perché Lodi e, soprattutto, perché adesso. Fino a 20 anni fa Lodi era una cittadina fiorente ruotante attorno a Milano. C'era una agricoltura fiorente, che c'è ancora, allevamento di animali e, sopra

cronaca nera ed eventuale sua utilità.

Serve la cronaca nera? Servono articoli di giornali in cui vengono diffusi particolari, talora anche macabri, su delitti?  Certamente non serve a riportare in vita la povera vittima. Non sono sicura che però non abbia una sua qualche utilità.  Come spunto di riflessione su aspetti della mentalità della nostra epoca servirebbero moltissimo tutti gli episodi di cronaca, ma occorrerebbe non lasciarli lì e basta. Non serve sapere se le coltellate inferte alla vittima siano state 5 o 25 perché i particolari macabri fini a se stessi non servono a molto. Alcuni episodi di cronaca sono in grado di offrire un vero spaccato circa la società contemporanea. Prendiamo per esempio i femminicidi. Nonostante molte trasmissioni televisive abbiano affrontato la questione, questo fenomeno viene sempre affrontato in maniera parziale. A mio avviso ci si concentra troppo sull'episodio singolo, si descrive, con una profusione di dettagli insignificanti, cosa è avvenuto prima, si indugia su particolari p

considerazioni su un fatto di cronaca: femminicidio a Brescia

Lei si chiamava Manuela Bailo, lui Fabrizio Pasini. Si erano conosciuti sul posto di lavoro, un ufficio della UIL, lui quarantottennne sposato con figli, lei trentaseienne, convivente more uxorio con il suo fidanzato. I giornali non riportano come e quando iniziò la loro relazione. Da quanto dicono i giornali lei, pur essendosi lasciata con il suo fidanzato, aveva continuato a viverci assieme, presumibilmente - ma la cosa non è certa - non più more uxorio. I giornali riportano anche che lei e il sindacalista si fossero - e questo è ancora meno certo -lasciati. Secondo quel che riportano i giornali i punti salienti sono: 1)Nonostante la relazione extraconiugale, il sindacalista ha continuato a vivere, come molti mariti fedifraghi, con la sua legittima moglie e i suoi legittimi figli. 2) Nonostante, a detta del sidacalista, il Pasini e la Bailo si  fossero lasciati, si continuavano a frequentare e si incontravano. In particolare i giornali riportano che sabato 28 luglio 2018 si fossero

microstoria: ritrovare in facebook un pezzo della propria vita

Finché aveva lavorato non aveva voluto imparare nulla di computer e per tutte le pratiche amministrative e burocratiche, che sempre più necessarie ed invasive richiedevano l'uso di utenze informatiche, pin e password, si faceva aiutare dai figli oramai più che adulti o da qualche collega gentile e disponibile.  L'atteggiamento di aperta ostilità ed insofferenza verso il mondo dell'informazione telematica iniziò a cambiare quando andò in pensione. All'inizio, quando aveva bisogno di internet per qualche pratica o per altri motivi, andava a casa del figlio o di qualche sua collega, ma poco alla volta si accorse che non poteva chiedere sempre a qualcuno l'acquisto di un biglietto teatrale, la stampa del programma di visite del fai o il reperimento di notizie fresche ed aggiornate. Toccava con mano ogni giorno che il computer era sempre più necessario, adesso volevano l'indirizzo email pure per la tessera fedeltà del supermercato. Finalmente si decise ed accettò in

sfortunate donne di successo: appiano

segnalo l'articolo scritto dal compagno sul fatto quotidiano https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/in-memoria-di-mia-moglie-ale-una-sorgente-di-luce/ da quanto dice sembrerebbe che la depressione si sia abbattuta improvvisa 50 giorni prima del tragico gesto. Sentendosi incapace di affrontare questa malattia si è rivolta ad un centro specializzato. Ha quindi provato a curarsi, ma il male di vivere è stato più forte di lei. Forse il marito non ha raccontato tutto e, messa così, sembra la depressione più strana, anomala ed inspiegabile del mondo. Chissà quale è stata l'origine di un'angoscia così devastante. Dall'articolo emerge il ritratto di una persona un po' ossessionata dall'aspetto fisico. Non posseggo una bilancia, mi nutro di schifezze, fumo e non capisco perché ci si debba intossicare la vita con rinunce e privazioni. Non posso capire quindi la psicologia di una persona così diversa da me. Forse la percezione che, nonostante attenzioni, rinu

I difficili rapporti tra istituzioni scolastiche e famiglie

I difficili e sempre più difficili rapporti tra scuola. genitori e ragazzi sono già un problema sociale. Se ne occupano fior di psicologi e sociologi e non voglio aggiungermi alla già troppo nutrita schiera di quelli che hanno capito tutto e saprebbero come fare. Mi limito ad osservare che da insegnante passo moltissimo tempo a scuola e non so mai come fare. Sulla stampa di oggi c'è un articolo dedicato al caso di una professoressa picchiata da una madre. Adesso sono apparsi i quadri e il figlio risulta bocciato. è convinzione della madre e di chi scrive l'articolo che il figlio sia stato bocciato a causa del comportamento della madre. Personalmente dubito moltissimo della veridicità di questa convinzione. Credo che il ragazzo sia stato bocciato perché semplicemente non aveva acquisito le conoscenze sufficienti per affrontare l'anno successivo e sia stato ritenuto fosse meglio dargli la possibilità di consolidare le sue conoscenze e colmare le sue lacune. La bocciatura vien