microstoria: ritrovare in facebook un pezzo della propria vita

Finché aveva lavorato non aveva voluto imparare nulla di computer e per tutte le pratiche amministrative e burocratiche, che sempre più necessarie ed invasive richiedevano l'uso di utenze informatiche, pin e password, si faceva aiutare dai figli oramai più che adulti o da qualche collega gentile e disponibile.  L'atteggiamento di aperta ostilità ed insofferenza verso il mondo dell'informazione telematica iniziò a cambiare quando andò in pensione. All'inizio, quando aveva bisogno di internet per qualche pratica o per altri motivi, andava a casa del figlio o di qualche sua collega, ma poco alla volta si accorse che non poteva chiedere sempre a qualcuno l'acquisto di un biglietto teatrale, la stampa del programma di visite del fai o il reperimento di notizie fresche ed aggiornate. Toccava con mano ogni giorno che il computer era sempre più necessario, adesso volevano l'indirizzo email pure per la tessera fedeltà del supermercato. Finalmente si decise ed accettò in regalo un vecchio computer del figlio ancora perfettamente funzionante. Il figlio l'aiutò a creare un indirizzo gmail e poco per volta iniziò a prendere confidenza con lo strumento. Si sentì un mostro di bravura quando, sotto sorveglianza del figlio, si creò da sola un profilo facebook. Scoprì che tantissime persone che conosceva avevano un profilo facebook e iniziò a chiedere l'amicizia a ex-colleghi ed amici. Stava ancora prendendo confidenza con la piattaforma quando le arrivò una richiesta di amicizia. Si trattava di una vecchia compagna di scuola. Non se la ricordava quasi più, per quanti anni erano passati. Subito dopo la scuola aveva cambiato città e iniziato l'università nella città da dove non si era più mossa e dove adesso abitava. La sua vita si era divisa nettamente in due parti: fino al periodo della scuola e poi dall'università in poi. Con il cambio di città aveva in pochissimo tempo perso  ogni vecchio contatto. C'era stato un taglio e solo adesso si rendeva conto di quanto questo taglio fosse stato netto.  Mai più dalla fine della scuola aveva avuto notizie delle sue vecchie amicizie di scuola. Rispose all'invito ed accettò l'amicizia. La vecchia compagna di scuola le inviò messaggi di saluto e iniziò una specie di corrispondenza, più simile ai messaggini telefonici che ad una  vera e propria chat. Per lo meno lei non avrebbe mai chiamato chat una simile sequenza di botta e risposta. Laureata, lavoro come insegnante, sposata, figli, divorzio e pensione ed ecco la sua vita riassunta in poco più di 6 parole. Anche la vita della vecchia amica dei tempi di scuola era più o meno simile, Università, non laureata, impiego presso le poste, matrimonio e un figlio, vedova da due anni, un brutto male. .Capisco, mi dispiace. Mi ha fatto piacere ritrovarti, nessuno più aveva saputo nulla di te, adesso scrivo ad Isabella che ti ho ritrovata. Nel leggere quel nome ebbe un sobbalzo. Isabella, la più carina della scuola, tutti i ragazzi erano innamorati lei. All'improvviso le emersero ricordi che non si ricordava più di avere e ritrovò un pezzo della sua vita in una specie di tesoro preziosissimo che non sapeva di avere smarrito. Si ricordò che durante l'ultimo anno aveva un fidanzatino, era il figlio di un farmacista, i genitori erano molto ricchi, il ragazzo frequentava la facoltà di farmacia con l'intenzione di subentrare al padre, era carino, elegante e si vedeva che era pieno di grana. Ebbe l'ingenuità, l'imprudenza, la stupidità di portarlo ad una festa di classe, Isabella gli mise subito gli  occhi addosso e un mese dopo si lasciarono. Quanto ci sofferse. A due mesi dall'esame di maturità le sembrava di impazzire. Poi tutto passa e il tempo è un gran medico. Isabella, come aveva potuto essersi scordata di Isabella per tutti questi anni. Che ne era di Isabella? Cosa aveva fatto? Si era messa con il figlio di un farmacista ed iniziò anche lei a studiare farmacia, ma sai... non è che andasse proprio bene a scuola e farmacia non è facile, c'è un sacco di chimica, non è mai riuscita neanche a superare gli esami del primo anno. Il figlio del farmacista era un gran viziato e non aveva alcuna voglia di studiare. I suoi genitori avevano sbagliato ad educarlo, gli avevano fatto credere di essere ricco e di poter vivere di rendita. Non che fossero poveri, ma non erano così ricchi da farlo poter vivere di rendita. Isabella rimase incinta al secondo anno di università e si sposarono. Pensavano di poter continuare gli studi lo stesso, con un bimbo in arrivo. Il padre di lui, il farmacista, morì di infarto quando il figlio non si era ancora laureato e, quindi, non poté subentrare al padre. Furono costretti a svendere la farmacia perché in famiglia non c'era nessuno che avesse il titolo adeguato. Se il figlio si fosse impegnato non ci sarebbe stato  problema, ma con i se i ma la storia non si fa. Vendettero la farmacia, né lsabella né il marito si sarebbero mai laureati, hanno dilapidato il loro capitale, cattivi investimenti, adesso stentano con una piccola pensione minima che lui percepisce per raggiunti limiti di età e i dissapori sono stati continui e costanti nel corso di questi lunghi anni. Il figlio di Isabella, quando riesce, raggranella qualche soldo scaricando cassette ai mercati generali. E questa è stata la storia di Isabella, la bella, e del figlio del farmacista. Fu come se fosse esploso all'improvviso un vulcano eruttando e portando in superficie quanto, fino a quel momento, era rimasto imbrigliato in un profondo sottosuolo. Si ricordò che un tempo avrebbe appreso con soddisfazione simili notizie e avrebbe gongolato nell'apprendere di litigi e difficoltà economiche. Si sorprese a pensare che se il figlio del farmacista fosse rimasto con lei, invece di mettersi con quella smorfiosa insulsa di Isabella, avrebbe probabilmente fatto un'altra riuscita nella vita. Adesso però a lei non importava più niente né di Isabella, né del figlio del farmacista. Tutto sommato a lei era andata bene così e sentì solo una grande amarezza. Un fallimento altrui non le dava una gran soddisfazione. 

Commenti

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  2. grazie. grazie davvero. addirittura Balzac è davvero troppissimo eccessivo, però in effetti racconto morale ci sta. butto giù le mie microstorie come mi vengono in mente, racconto morale non era nelle mie intenzioni, sono però contenta di aver scritto un raccontino che possa aiutare a riflettere sulla volubilità ed imperscrutabilità del destino. già. grazie ancora. come al solito è da limare. il bello di questo posto è che puoi ri metterci le mani anche a distanza di mesi

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