I difficili rapporti tra istituzioni scolastiche e famiglie

I difficili e sempre più difficili rapporti tra scuola. genitori e ragazzi sono già un problema sociale. Se ne occupano fior di psicologi e sociologi e non voglio aggiungermi alla già troppo nutrita schiera di quelli che hanno capito tutto e saprebbero come fare. Mi limito ad osservare che da insegnante passo moltissimo tempo a scuola e non so mai come fare.
Sulla stampa di oggi c'è un articolo dedicato al caso di una professoressa picchiata da una madre. Adesso sono apparsi i quadri e il figlio risulta bocciato. è convinzione della madre e di chi scrive l'articolo che il figlio sia stato bocciato a causa del comportamento della madre. Personalmente dubito moltissimo della veridicità di questa convinzione. Credo che il ragazzo sia stato bocciato perché semplicemente non aveva acquisito le conoscenze sufficienti per affrontare l'anno successivo e sia stato ritenuto fosse meglio dargli la possibilità di consolidare le sue conoscenze e colmare le sue lacune. La bocciatura viene sempre vista come una vergogna o una punizione, ma non è così. la bocciatura deve essere vista come un'occasione per evitare che un ragazzo, a causa delle lacune, non capisca nulla di quel che si sta facendo in classe e accumuli ulteriore ritardo. In pratica la bocciatura è un investimento, perché ogni bocciatura ha un suo costo e, dal punto di vista strettamente economico, costerebbe alla collettività meno promuovere tutti. Dal suddetto articolo pare che il ragazzino sia una promessa sportiva e si sia assentato per motivi sportivi proprio nelle settimane cruciali dell'anno scolastico, quelle che vanno dal 15 di maggio ai primi di giugno. Nella prima parte dell'anno pare che il ragazzino avesse navigato sul filo della sufficienza. La seconda parte dell'anno è sempre più difficile della prima, gli impegni sportivi e la riabilitazione per un infortunio gli hanno impedito di studiare con assiduità. L'articolo non lo dice, ma a occhio è facile intuire che una stentata sufficienza si fosse tramutata in una netta insufficienza in molte materie, inoltre il ragazzo si è assentato proprio nelle settimane in cui gli insegnanti si industriano a cercare di recuperare anche l'irrecuperabile: compiti di recupero di recupero di recupero, interrogazioni fuori orario e percorsi personalizzati per colmare la lacune. In quel periodo, per fortuna molto limitato, un insegnante o prepara compiti o li corregge o li somministra e da queste attività viene assorbito fino all'una di notte e anche ai recuperi va messo un freno. Personalmente interrogo fino all'ultimo giorno, ma capisco chi non abbia voglia di farlo. In effetti non è pensabile di colmare conoscenze lacunose, risalenti a mesi e mesi precedenti, studiando il giorno prima. E, per togliere ogni dubbio ai non addetti ai lavori, se personalmente ho deciso di far recuperare fino all'ultimo giorno di scuola è perché mi voglio risparmiare a settembre lo sconforto di promuovere anche chi ne sapeva di più a giugno. Pensando a una conoscenza lacunosa e raffazzonata, difficilmente recuperabile a causa di impegni sportivi presumibilmente sempre più pressanti, il consiglio di classe avrà valutato che per il ragazzo fosse meglio essere bocciato. La vendetta o la ritorsione non c'entrano nulla e un simile articolo illustra benissimo i tempi in cui viviamo. Non solo un simile ragazzo, che vive la bocciatura a scuola come una specie di oltraggio di lesa maestà, sua madre, incapace di autocontrollo, ma anche i mass media contribuiscono a rendere più difficili i rapporti tra istituzioni scolastiche e famiglie.

http://www.lastampa.it/…/ho-picchiato-quella-pr…/pagina.html.

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