microstoria inventata di sana pianta a partire da un malfunzinamento in metro

Aveva 39 anni, indossava un paio di jeans e una felpa grigia. Aveva con sé anche una borsa di colore marrone. Indossava anche un paio di scarpe da ginnastica di colore verde. Verso le 22 di sabato scorso l'impiegato addetto al controllo della stazione di  cadorna ha visto la donna, che era entrata poco dirigendosi verso la verde direzione romolo, gettarsi sotto il treno in arrivo, tra lo sgomento dei passanti. ha pigiato il grosso tasto di allarme, collegato con la polizia e i vigili e la procedura di incidente si è avviata in automatico. le persone presenti in metropolitane sono state invitate gentilmente ad uscire da un messaccio vocale, i tornelli in ingresso sono stati chiusi, la corrente dei treni è stata disattivata e per i treni è partito il messaggio che causa incidente i passeggeri erano invitati a lasciare il treno e a raggiungere a piedi la stazione più vicina. Nel frattempo veniva attivato il servizio sostitutivo. Tutto si era svolto come al solito. Il solito disappunto degli utenti rimasti appiedati, l'arrivo dei vigili a sirene spiegate, ma per il conducente del mezzo coinvolto non fu possibile fissare un appuntamento con uno psicologo del comune. di sabato o domenica il servizio non è previsto e alle 22 di sera il servizio è comunque sospeso. doveva rimanere in guardiola anche se non avrebbe dovuto fare un granché, se non aspettare l'arrivo del magistrato e della polizia, che avrebbero sequetrato i filmati delle telecamere di sorveglianza della metropolitana. non c'era dubbio. lui l'aveva vista nettamente buttarsi sotto all'arrivo del treno.  Uff. un altro suicidio. era già il quinto dalla sua assunzione 22 anni prima. c'era da aspettare la fine del suo turno di lavoro e poi avrebbe dovuto prendere anche lui uno degli autobus del servizio sostitutivo per recarsi a casa. per fortuna aveva con sé un libro e iniziò a leggerselo. dopo mezzora gli venne voglia di sgranchirsi le gambe e scese lungo la piattaforma dove, lavorando alacremente, i vigili erano riusciti appena allora ad estrarre il corpo straziato. la sua attenzione fu attratta dall'inusuale colore delle scarpe. quel verde brillante non gli sembrava un colore di scarpe adatto, consono ad un aspirante suicida. ed immediatamente si sorprese di aver avuto un pensiero così scemo. una donna si suicida e lui non trovava di meglio che avere considerazioni idiote sul colore delle scarpe?  andiamo, su. cosa c'entrava il suicidio con il colore delle scarpe. 
Vide un vigile del fuoco porgere ad un poliziotto la borsa della ragazza appena recuperata. Vide il poliziotto aprire la borsa della povera suicida, estrarne una custodia di plastica contenente una carta di identità e guardarne con attenzione la foto. lo sentì dire:<< sì è lei, guardi anche lei dottore. Giuseppina Terlizzi, residente in via porpora 161, professione impiegata.>>.  Via porpora era piuttosto lontana da dove abitava lui, tutt'altra zona. Ciononostante a mezzanotte e 50, cioè a fine servizio, si diresse in direzione opposta a quella della sua abitazione. Prima di tornare a casa voleva assolutamente vedere, almeno da fuori, lo stabile in cui abitava la suicida dalle scarpe verdi.
Vide un palazzo che doveva aver conosciuto tempi migliori, si avvicinò al citofono e scorse tutti i nomi fino a che non lesse Terlizzi G.. Terlizzi Giuseppina doveva vivere sola in quel triste e trasandato palazzo. Rimase un po' a contemplare il campanello del citofono e poi si diresse verso casa.  
Quella sera tornò a casa 2 ore dopo il solito, ma non se ne accorse nessuno, perché anche lui abitava da solo.

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